La malattia, ritiene Virginia Woolf, è un tema marginale in letteratura perché richiede un linguaggio specifico, “più primitivo, più sensuale, più osceno”. I malati sono i disertori dell’armata dei lavoratori, e i soli ad avere il tempo di osservare la natura e coglierne l’indifferenza. In questo saggio scritto dal letto della convalescenza, Woolf esplora molti temi: la solitudine e i lettori cinesi di Shakespeare, la letteratura e i dentisti, il suicidio e l’elettricità, e lo fa con lo stile della divagazione in cui risuonano i romantici De Quincey e Coleridge, ma anche Milton e Rimbaud. Scritto in un periodo intenso del suo rapporto con Vita Sackville-West, questo saggio esplora le terre ignote della malattia fisica e mentale e le trasforma in splendida materia letteraria. E per la prima volta in Italia a questo testo si affianca Appunti dall’infermeria di Julia Stephen, sua madre, infermiera per vocazione, che ha dato vita a un prontuario sulla cura del malato, documento prezioso in cui si scorgono un’ironia e delle doti artistiche che permettono di illuminare le radici di una delle massime scrittrici del Novecento.
Virginia Woolf Nacque nel 1882 a Londra. Tra le maggiori scrittrici inglesi di tutti i tempi, morì suicida a Rodmell nel 1941. Dell’autrice, Elliot ha pubblicato la breve raccolta epistolare Mio carissimo rospo, la biografia Roger Fry, le raccolte di saggi L’anima russa, Jane Austen e Libri e ritratti, il romanzo Flush. Ammalarsi è stato pubblicato per la prima volta sul «New Criterion» di T.S. Eliot e poi ripubblicato a più riprese, riveduto e corretto.
Julia Stephen Nata nel 1846, crebbe in Inghilterra in un ambiente ricco dal punto di vista artistico e intellettuale, lavorò come infermiera volontaria e pubblicò Appunti dall’infermeria nel 1883. Morì nel 1895, quando Virginia aveva tredici anni.
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Virginia Woolf – Ammalarsi, Julia Stephen – Appunti dall’infermeria
12,50€
Prefazione di Lorenzo Gobbi
Traduzione di Daniela Di Falco
La malattia, ritiene Virginia Woolf, è un tema marginale in letteratura perché richiede un linguaggio specifico, “più primitivo, più sensuale, più osceno”. I malati sono i disertori dell’armata dei lavoratori, e i soli ad avere il tempo di osservare la natura e coglierne l’indifferenza. In questo saggio scritto dal letto della convalescenza, Woolf esplora molti temi: la solitudine e i lettori cinesi di Shakespeare, la letteratura e i dentisti, il suicidio e l’elettricità, e lo fa con lo stile della divagazione in cui risuonano i romantici De Quincey e Coleridge, ma anche Milton e Rimbaud. Scritto in un periodo intenso del suo rapporto con Vita Sackville-West, questo saggio esplora le terre ignote della malattia fisica e mentale e le trasforma in splendida materia letteraria. E per la prima volta in Italia a questo testo si affianca Appunti dall’infermeria di Julia Stephen, sua madre, infermiera per vocazione, che ha dato vita a un prontuario sulla cura del malato, documento prezioso in cui si scorgono un’ironia e delle doti artistiche che permettono di illuminare le radici di una delle massime scrittrici del Novecento.
Virginia Woolf
Nacque nel 1882 a Londra. Tra le maggiori scrittrici inglesi di tutti i tempi, morì suicida a Rodmell nel 1941. Dell’autrice, Elliot ha pubblicato la breve raccolta epistolare Mio carissimo rospo, la biografia Roger Fry, le raccolte di saggi L’anima russa, Jane Austen e Libri e ritratti, il romanzo Flush. Ammalarsi è stato pubblicato per la prima volta sul «New Criterion» di T.S. Eliot e poi ripubblicato a più riprese, riveduto e corretto.
Julia Stephen
Nata nel 1846, crebbe in Inghilterra in un ambiente ricco dal punto di vista artistico e intellettuale, lavorò come infermiera volontaria e pubblicò Appunti dall’infermeria nel 1883. Morì nel 1895, quando Virginia aveva tredici anni.
RASSEGNA STAMPA
Il Foglio
160
Antidoti
24/01/2019
2019