Per te sarà dolce ogni stagione,
sia l’estate che veste in verde la terra intera
sia il pettirosso che canta acquattato
fra ciuffi di neve sui rami spogli
di un melo muschioso mentre un tetto vicino
fuma nel disgelo; sia che si senta il gocciolio
delle gronde nelle pause della bufera,
sia che i riti segreti del gelo
ne facciano mute candele di ghiaccio
che brillano quiete sotto la quieta luna.
Samuel Taylor Coleridge(Ottery St Mary 1772-Londra 1834) è uno dei fondatori della poesia e della critica moderna. Rimasto orfano del padre a nove anni, un colto pastore protestante, fu mandato a Londra presso il convitto di Christ’s Hospital, proseguendo poi gli studi all’Università di Cambridge senza concluderli. Dopo un breve arruolamento nell’esercito si trasferì a Bristol, dove con Robert Southey pianificò la Pantisocrazia, una società di ispirazione comunista. Per attuarla in Pennsylvania si sposò con Sara Fricker, un matrimonio fallimentare da cui nacquero tre figli. Nel 1795 incontrò William Wordsworth, con cui si avviò un sodalizio poetico che sfociò nelle Lyrical Ballads (1798), oggi considerate una sorta di manifesto della poesia romantica. Tuttavia, l’influsso reciproco non si limitò a questa raccolta ma fu lungo e profondo, continuando anche dopo il trasferimento dei due poeti dal Somerset al Lake District, la regione del nord di cui Wordsworth era originario. Nel 1798-9 i due poeti trascorsero un periodo in Germania, della cui cultura Coleridge fu uno dei maggiori divulgatori e traduttori (vanno ricordate le sue versioni da Schiller e altri poeti del periodo). Agli anni a cavallo fra Sette e Ottocento risalgono le poesie su cui si fonda la fama di Coleridge, The Rime of Ancient Mariner, Christabel e Kubla Khan. Dopo un viaggio a Malta e in Italia (1804-6), Coleridge lasciò la moglie continuando a vivere presso gli Wordsworth, ma la dipendenza dall’oppio che aveva sviluppato dagli anni Novanta fece tracollare i loro rapporti. Nel 1810 si trasferì a Londra, dove cercò di mantenersi come giornalista, conferenziere brillante e discontinuo, critico letterario (Biographia Literaria, 1815, il suo capolavoro) e drammaturgo (Remorse, 1815). Nel 1816 fu accolto a casa di James Gillman, un medico londinese che con la moglie si prese cura di lui fino alla morte, tenendo sotto controllo la sua traballante salute. Questa casa di Highgate divenne una sorta di luogo di pellegrinaggio per i suoi ammiratori, che vi si recavano per ascoltarlo discorrere sui più vari argomenti. Fra le altre cose, Coleridge fu un predicatore e un conversatore fra i più straordinari della sua epoca. Gli interessi filosofici e teologici innervano tutta la sua opera ma divennero preponderanti negli anni della maturità e della vecchiaia, come è evidente nelle conferenze, nella già citata Biographia Literaria e negli Aids to Reflection (1825), che ebbero un influsso decisivo sia sui filosofi trascendentalisti americani, sia sui riformatori della Chiesa Anglicana che diedero vita all’Oxford Movement. John Stuart Mill indicò in Jeremy Bentham e Coleridge i due pensatori più importanti per la cultura inglese del primo Ottocento. Coleridge ha lasciato un’imponente mole di scritti, molti dei quali inediti alla sua morte come lettere, diari e articolate annotazioni a margine nei libri, che sono oggi disponibili nella monumentale edizione del Collected Coleridge.
Edoardo Zuccato ha pubblicato le raccolte di poesia in dialetto altomilanese Tropicu da Vissévar (1996), La vita in tram (2001), I bosch di Celti (2008) e Ulona (2010). Ha tradotto in italiano diversi poeti di lingua inglese, romantici e con temporanei, sui quali ha scritto due monografie e molti articoli apparsi su riviste specialistiche italiane e straniere. In dialetto ha tradotto le Egloghe di Virgilio e le ballate di François Villon. Del 2012 è il suo quaderno di traduzioni Il dragomanno errante. Per Elliot è apparsa nel 2016 la sua prima raccolta di poesie in italiano, Gli incubi di Menippo.
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Samuel Taylor Coleridge – Tutto il mondo di ombre
23,50€
Traduzione e cura di Edoardo Zuccato
Per te sarà dolce ogni stagione,
sia l’estate che veste in verde la terra intera
sia il pettirosso che canta acquattato
fra ciuffi di neve sui rami spogli
di un melo muschioso mentre un tetto vicino
fuma nel disgelo; sia che si senta il gocciolio
delle gronde nelle pause della bufera,
sia che i riti segreti del gelo
ne facciano mute candele di ghiaccio
che brillano quiete sotto la quieta luna.
Samuel Taylor Coleridge (Ottery St Mary 1772-Londra 1834) è uno dei fondatori della poesia e della critica moderna. Rimasto orfano del padre a nove anni, un colto pastore protestante, fu mandato a Londra presso il convitto di Christ’s Hospital, proseguendo poi gli studi all’Università di Cambridge senza concluderli. Dopo un breve arruolamento nell’esercito si trasferì a Bristol, dove con Robert Southey pianificò la Pantisocrazia, una società di ispirazione comunista. Per attuarla in Pennsylvania si sposò con Sara Fricker, un matrimonio fallimentare da cui nacquero tre figli. Nel 1795 incontrò William Wordsworth, con cui si avviò un sodalizio poetico che sfociò nelle Lyrical Ballads (1798), oggi considerate una sorta di manifesto della poesia romantica. Tuttavia, l’influsso reciproco non si limitò a questa raccolta ma fu lungo e profondo, continuando anche dopo il trasferimento dei due poeti dal Somerset al Lake District, la regione del nord di cui Wordsworth era originario. Nel 1798-9 i due poeti trascorsero un periodo in Germania, della cui cultura Coleridge fu uno dei maggiori divulgatori e traduttori (vanno ricordate le sue versioni da Schiller e altri poeti del periodo). Agli anni a cavallo fra Sette e Ottocento risalgono le poesie su cui si fonda la fama di Coleridge, The Rime of Ancient Mariner, Christabel e Kubla Khan. Dopo un viaggio a Malta e in Italia (1804-6), Coleridge lasciò la moglie continuando a vivere presso gli Wordsworth, ma la dipendenza dall’oppio che aveva sviluppato dagli anni Novanta fece tracollare i loro rapporti. Nel 1810 si trasferì a Londra, dove cercò di mantenersi come giornalista, conferenziere brillante e discontinuo, critico letterario (Biographia Literaria, 1815, il suo capolavoro) e drammaturgo (Remorse, 1815). Nel 1816 fu accolto a casa di James Gillman, un medico londinese che con la moglie si prese cura di lui fino alla morte, tenendo sotto controllo la sua traballante salute. Questa casa di Highgate divenne una sorta di luogo di pellegrinaggio per i suoi ammiratori, che vi si recavano per ascoltarlo discorrere sui più vari argomenti. Fra le altre cose, Coleridge fu un predicatore e un conversatore fra i più straordinari della sua epoca. Gli interessi filosofici e teologici innervano tutta la sua opera ma divennero preponderanti negli anni della maturità e della vecchiaia, come è evidente nelle conferenze, nella già citata Biographia Literaria e negli Aids to Reflection (1825), che ebbero un influsso decisivo sia sui filosofi trascendentalisti americani, sia sui riformatori della Chiesa Anglicana che diedero vita all’Oxford Movement. John Stuart Mill indicò in Jeremy Bentham e Coleridge i due pensatori più importanti per la cultura inglese del primo Ottocento. Coleridge ha lasciato un’imponente mole di scritti, molti dei quali inediti alla sua morte come lettere, diari e articolate annotazioni a margine nei libri, che sono oggi disponibili nella monumentale edizione del Collected Coleridge.
Edoardo Zuccato ha pubblicato le raccolte di poesia in dialetto altomilanese Tropicu da Vissévar (1996), La vita in tram (2001), I bosch di Celti (2008) e Ulona (2010). Ha tradotto in italiano diversi poeti di lingua inglese, romantici e con temporanei, sui quali ha scritto due monografie e molti articoli apparsi su riviste specialistiche italiane e straniere. In dialetto ha tradotto le Egloghe di Virgilio e le ballate di François Villon. Del 2012 è il suo quaderno di traduzioni Il dragomanno errante. Per Elliot è apparsa nel 2016 la sua prima raccolta di poesie in italiano, Gli incubi di Menippo.
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Lampi
10/01/2019
2019