Precoci compiuti, voi, beniamini del creato,
corteggi di cielo, creste d’aurora
dell’intera creazione, pollini della divinità fiorente,
giunti di luce, atrii, troni, scalee,
spazi di essenza, scudi di delizia, tempestosi
estatici tumulti del sentimento, e di colpo,
da soli: specchi che la defluita bellezza
di nuovo riattingono nel proprio volto.
RENÉ MARIA RILKE nasce a Praga il 4 dicembre 1875, in una famiglia appartenente alla minoranza di origine austriaca. «Ho vissuto l’infanzia in un angusto e assai triste appartamento in affitto a Praga. Quando nacqui, il matrimonio dei miei genitori era già appassito. Avevo nove anni quando il dissidio esplose e mia madre lasciò mio padre. Era una donna magra e dai capelli scuri, era assai nervosa, e non sapeva bene che cosa volesse dalla vita» (lettera a Ellen Key del 3 aprile 1903). Figlia di un commerciante, Sophie Entz, la madre, è animata da un forte e frustrato desiderio di ascesa sociale, mentre il padre, che ha dovuto rinunciare alla carriera militare per ragioni di salute, lavora come impiegato delle ferrovie. Dopo un’infanzia all’insegna di una rigida precettistica tutta improntata sulle cosiddette buone maniere, a dieci anni, anche in seguito alla separazione dei genitori, il piccolo René viene mandato in collegio, prima alla scuola militare di St. Pölten, poi, dal 1889, nella Militär Oberrealschule di Mährisch-Weißkirchen, la stessa che nel 1906 sarà immortalata da Robert Musil
nel Törleß. Sedicenne, nel 1891 Rilke riesce a convincere i genitori a sottrarlo a quell’esperienza traumatica e a mandarlo a Linz, a frequentare l’istituto per il commercio, da dove un anno dopo
fa ritorno a Praga. Qui può finalmente dedicarsi allo studio (si prepara alla maturità da privatista) e ai primi tentativi poetici. Nel 1895 si iscrive all’università e un anno dopo si trasferisce a Monaco, dove conosce Lou Andreas-Salomé, artefice di una sorta di sua “rinascita”: il giovane René muta il proprio nome in Rainer, acquisisce piena consapevolezza della propria vocazione e comincia a viaggiare (in Italia, e poi in Russia). Nel 1901 entra a far parte della comunità di artisti di Worpswede dove conosce
la scultrice Clara Westhoff, che diventerà sua moglie e madre dell’unica figlia Ruth. Dal 1902 si trasferisce a Parigi, al seguito dello scultore Auguste Rodin. Questi anni sono contrassegnati dall’uscita di diverse raccolte poetiche (Il libro d’ore, Storie del buon Dio, Il libro delle immagini, Nuove poesie) e da numerosi viaggi (Italia, Scandinavia, Olanda, Spagna, Egitto). Ma sono anche gli anni, tormentati, della stesura del romanzo I quaderni di Malte Laurids Brigge, concepito nel 1904 e pubblicato nel 1910. Nel 1912, ospite nel castello di Duino della principessa von Thurn und Taxis, inizia a scrivere le Elegie duinesi, che terminerà nella torre di Muzot solo dieci anni dopo. Ancora molti viaggi, interrotti dalla Prima Guerra Mondiale, che lo vede impiegato presso l’Archivio di Guerra grazie all’intervento di Hugo von Hofmannsthal. Nel 1922, mentre con fatica lavora alla conclusione delle Elegie, compone, in poche settimane di felice ispirazione, i Sonetti a Orfeo. Muore di leucemia il 29 dicembre 1926.
ANDREA LANDOLFI (1957) insegna Letteratura tedesca e Traduzione letteraria all’Università di Siena. Tra gli autori di cui si è occupato figurano Goethe (del quale nel 2017 ha curato per Elliot il volume Elegie romane ed Epigrammi veneziani, con il quale ha vinto il Premio per la Traduzione letteraria 2018 del Ministero dei Beni Culturali), August von Platen (Poesie 1816- 1834, Elliot, 2019), Schopenhauer, Thomas Mann, Hofmannsthal, Musil, Rezzori. Nel 2016 gli è stato conferito, alla carriera, il Premio per la Traduzione letteraria del Governo austriaco.
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Rainer Maria Rilke – Elegie Duinesi
16,50€
Precoci compiuti, voi, beniamini del creato,
corteggi di cielo, creste d’aurora
dell’intera creazione, pollini della divinità fiorente,
giunti di luce, atrii, troni, scalee,
spazi di essenza, scudi di delizia, tempestosi
estatici tumulti del sentimento, e di colpo,
da soli: specchi che la defluita bellezza
di nuovo riattingono nel proprio volto.
RENÉ MARIA RILKE nasce a Praga il 4 dicembre 1875, in una famiglia appartenente alla minoranza di origine austriaca. «Ho vissuto l’infanzia in un angusto e assai triste appartamento in affitto a Praga. Quando nacqui, il matrimonio dei miei genitori era già appassito. Avevo nove anni quando il dissidio esplose e mia madre lasciò mio padre. Era una donna magra e dai capelli scuri, era assai nervosa, e non sapeva bene che cosa volesse dalla vita» (lettera a Ellen Key del 3 aprile 1903). Figlia di un commerciante, Sophie Entz, la madre, è animata da un forte e frustrato desiderio di ascesa sociale, mentre il padre, che ha dovuto rinunciare alla carriera militare per ragioni di salute, lavora come impiegato delle ferrovie. Dopo un’infanzia all’insegna di una rigida precettistica tutta improntata sulle cosiddette buone maniere, a dieci anni, anche in seguito alla separazione dei genitori, il piccolo René viene mandato in collegio, prima alla scuola militare di St. Pölten, poi, dal 1889, nella Militär Oberrealschule di Mährisch-Weißkirchen, la stessa che nel 1906 sarà immortalata da Robert Musil
nel Törleß. Sedicenne, nel 1891 Rilke riesce a convincere i genitori a sottrarlo a quell’esperienza traumatica e a mandarlo a Linz, a frequentare l’istituto per il commercio, da dove un anno dopo
fa ritorno a Praga. Qui può finalmente dedicarsi allo studio (si prepara alla maturità da privatista) e ai primi tentativi poetici. Nel 1895 si iscrive all’università e un anno dopo si trasferisce a Monaco, dove conosce Lou Andreas-Salomé, artefice di una sorta di sua “rinascita”: il giovane René muta il proprio nome in Rainer, acquisisce piena consapevolezza della propria vocazione e comincia a viaggiare (in Italia, e poi in Russia). Nel 1901 entra a far parte della comunità di artisti di Worpswede dove conosce
la scultrice Clara Westhoff, che diventerà sua moglie e madre dell’unica figlia Ruth. Dal 1902 si trasferisce a Parigi, al seguito dello scultore Auguste Rodin. Questi anni sono contrassegnati dall’uscita di diverse raccolte poetiche (Il libro d’ore, Storie del buon Dio, Il libro delle immagini, Nuove poesie) e da numerosi viaggi (Italia, Scandinavia, Olanda, Spagna, Egitto). Ma sono anche gli anni, tormentati, della stesura del romanzo I quaderni di Malte Laurids Brigge, concepito nel 1904 e pubblicato nel 1910. Nel 1912, ospite nel castello di Duino della principessa von Thurn und Taxis, inizia a scrivere le Elegie duinesi, che terminerà nella torre di Muzot solo dieci anni dopo. Ancora molti viaggi, interrotti dalla Prima Guerra Mondiale, che lo vede impiegato presso l’Archivio di Guerra grazie all’intervento di Hugo von Hofmannsthal. Nel 1922, mentre con fatica lavora alla conclusione delle Elegie, compone, in poche settimane di felice ispirazione, i Sonetti a Orfeo. Muore di leucemia il 29 dicembre 1926.
ANDREA LANDOLFI (1957) insegna Letteratura tedesca e Traduzione letteraria all’Università di Siena. Tra gli autori di cui si è occupato figurano Goethe (del quale nel 2017 ha curato per Elliot il volume Elegie romane ed Epigrammi veneziani, con il quale ha vinto il Premio per la Traduzione letteraria 2018 del Ministero dei Beni Culturali), August von Platen (Poesie 1816- 1834, Elliot, 2019), Schopenhauer, Thomas Mann, Hofmannsthal, Musil, Rezzori. Nel 2016 gli è stato conferito, alla carriera, il Premio per la Traduzione letteraria del Governo austriaco.
Rainer Maria Rilke
Poesia
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