Adolescenti che si barricano nella propria stanza e non ne escono per anni, abbandonando gli studi, navigando e giocando on line e mantenendosi con lavoretti via web, vivendo di cibo spazzatura ordinato per telefono o lasciandosi morire di fame. Giovani che, se ragazze, non vogliono allontanarsi dalla famiglia d?origine ma restare in casa servite e accudite come principesse, e considerano il matrimonio o l?eventualità di avere dei figli peggio che inutili. Giovani che, soprattutto maschi, si rintanano per mesi in giganteschi internet café con tanto di brande e pasti in pronta consegna. Questo, in Giappone. Il disgusto per un mondo esterno sempre più veloce e una società sempre più competitiva, il chiudersi in un bozzolo fino a un?improbabile ?guarigione? spontanea (o, più di frequente, fino all?ospedalizzazione coatta o al suicidio) sta però arrivando anche in America e in Europa, a partire dai paesi del nord (Svezia, Finlandia e Danimarca in testa). Team internazionali di psichiatri e sociologi si sorprendono a studiare e a definire una sindrome per lungo tempo limitata e occasionale, quella dello ?shut-in? (il ?recluso?), che sta mutando ed espandendosi rispetto all?originale hikikomori giapponese (letteralmente, il ?confinato?, il ?chiamato fuori?). Da Michael Zielenziger, il corrispondente di un?agenzia di stampa che da Tokyo ha fatto conoscere per primo ai lettori occidentali il fenomeno hikikomori, il ritratto di un Oriente che sta cambiando e del resto del mondo che sembra destinato a seguirlo, lungo una strada della quale ancora non si conosce l?uscita.
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Adolescenti che si barricano nella propria stanza e non ne escono per anni, abbandonando gli studi, navigando e giocando on line e mantenendosi con lavoretti via web, vivendo di cibo spazzatura ordinato per telefono o lasciandosi morire di fame. Giovani che, se ragazze, non vogliono allontanarsi dalla famiglia d?origine ma restare in casa servite e accudite come principesse, e considerano il matrimonio o l?eventualità di avere dei figli peggio che inutili. Giovani che, soprattutto maschi, si rintanano per mesi in giganteschi internet café con tanto di brande e pasti in pronta consegna. Questo, in Giappone. Il disgusto per un mondo esterno sempre più veloce e una società sempre più competitiva, il chiudersi in un bozzolo fino a un?improbabile ?guarigione? spontanea (o, più di frequente, fino all?ospedalizzazione coatta o al suicidio) sta però arrivando anche in America e in Europa, a partire dai paesi del nord (Svezia, Finlandia e Danimarca in testa). Team internazionali di psichiatri e sociologi si sorprendono a studiare e a definire una sindrome per lungo tempo limitata e occasionale, quella dello ?shut-in? (il ?recluso?), che sta mutando ed espandendosi rispetto all?originale hikikomori giapponese (letteralmente, il ?confinato?, il ?chiamato fuori?). Da Michael Zielenziger, il corrispondente di un?agenzia di stampa che da Tokyo ha fatto conoscere per primo ai lettori occidentali il fenomeno hikikomori, il ritratto di un Oriente che sta cambiando e del resto del mondo che sembra destinato a seguirlo, lungo una strada della quale ancora non si conosce l?uscita.
Michael Zielenziger
Michael Zielenziger
2008
Antidoti
408