Antonia Orengo è una ragazza nell’Italia degli anni Sessanta che vive con la famiglia in una villa con giardino nell’estremo ponente ligure. Il padre, Piero, è un uomo ricco, bello, prevaricatore, sua madre è una moglie rassegnata alle offese; lei è una figlia ribelle, piena di furore e desiderio di liberazione. Sullo sfondo di una quotidianità borghese, tra ricevimenti, viaggi d’affari e gite al mare, la violenza, nelle sue sfumature di odio, gelosia, rabbia e rancore, si fa ancora più evidente, emergendo come il portato di un preciso sistema di rapporti. Tale sistema rivelerà tutte le sue implicazioni quando altre due donne, Marina e Augusta, entreranno nell’orbita della violenza di Piero, opponendo la loro resistenza. Un romanzo avvincente, tinto di nero, dove la prosa chiara e la capacità di penetrazione psicologica dell’autrice ci accompagnano in una storia e in una riflessione aspra, eppure necessaria, sulla violenza intrinseca ai legami più intimi – genitoriali, filiali, amo – rosi – ancora oggi fortemente idealizzati.
Marise Ferro
(Ventimiglia, 1905 – Sestri Levante, 1991) È stata scrittrice, traduttrice di autori come Simenon e Mauriac, Balzac e Proust, giornalista per quotidiani e riviste. Il suo primo romanzo, Disordine (1932), vinse il concorso per esordienti indetto da Arnoldo Mondadori, con cui intrat – tenne una fruttuosa collaborazione. Nel 1934 sposò Guido Piovene ma il matrimonio finì; nel 1941 conobbe Carlo Bo che sposò nel 1963. La violenza uscì nel 1967 per Mondadori. Pubblicò anche con Garzanti, Fabbri e Rizzoli, presso il quale uscì La ragazza in giardino, recentemente ripubblicato da Elliot (2022). L’ultimo romanzo, La sconosciuta (1978), vinse il Premio Stresa per la Narrativa. Al centro dei suoi interessi la con – dizione femminile, la riflessione sull’amore e la sessualità, il tema della violenza all’interno dei rapporti familiari e affettivi.
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Marise Ferro – La violenza
17,00€
Introduzione di Francesca Sensini
Antonia Orengo è una ragazza nell’Italia degli anni Sessanta che vive con la famiglia in una villa con giardino nell’estremo ponente ligure. Il padre, Piero, è un uomo ricco, bello, prevaricatore, sua madre è una moglie rassegnata alle offese; lei è una figlia ribelle, piena di furore e desiderio di liberazione. Sullo sfondo di una quotidianità borghese, tra ricevimenti, viaggi d’affari e gite al mare, la violenza, nelle sue sfumature di odio, gelosia, rabbia e rancore, si fa ancora più evidente, emergendo come il portato di un preciso sistema di rapporti. Tale sistema rivelerà tutte le sue implicazioni quando altre due donne, Marina e Augusta, entreranno nell’orbita della violenza di Piero, opponendo la loro resistenza. Un romanzo avvincente, tinto di nero, dove la prosa chiara e la capacità di penetrazione psicologica dell’autrice ci accompagnano in una storia e in una riflessione aspra, eppure necessaria, sulla violenza intrinseca ai legami più intimi – genitoriali, filiali, amo – rosi – ancora oggi fortemente idealizzati.
Marise Ferro
(Ventimiglia, 1905 – Sestri Levante, 1991) È stata scrittrice, traduttrice di autori come Simenon e Mauriac, Balzac e Proust, giornalista per quotidiani e riviste. Il suo primo romanzo, Disordine (1932), vinse il concorso per esordienti indetto da Arnoldo Mondadori, con cui intrat – tenne una fruttuosa collaborazione. Nel 1934 sposò Guido Piovene ma il matrimonio finì; nel 1941 conobbe Carlo Bo che sposò nel 1963. La violenza uscì nel 1967 per Mondadori. Pubblicò anche con Garzanti, Fabbri e Rizzoli, presso il quale uscì La ragazza in giardino, recentemente ripubblicato da Elliot (2022). L’ultimo romanzo, La sconosciuta (1978), vinse il Premio Stresa per la Narrativa. Al centro dei suoi interessi la con – dizione femminile, la riflessione sull’amore e la sessualità, il tema della violenza all’interno dei rapporti familiari e affettivi.
RASSEGNA STAMPA
Il Secolo XIX
Marise Ferro
Scatti
160