Una notte d’agosto a Roma. In città c’è solo solitudine e silenzio. Dall’appartamento che si appresta a lasciare, un uomo scrive a quella che sta per diventare la sua ex moglie. Una lettera dolorosa e allo stesso tempo piena d’amore. Amore per lei e per il loro bambino, dal quale d’ora in avanti sarà costretto a separarsi e che è l’unico a non avere parola su ciò che sta succedendo tra i genitori. Circondato da fotografie e oggetti che continuano a parlargli del tempo felice vissuto insieme in quella casa, rievoca le stagioni dell’innamoramento, la nascita del figlio, e quindi la brusca fine del matrimonio e l’allontanamento forzato dalle due persone che ama più al mondo. Fuori, la notte sembra infinita e i fantasmi di una gioia ormai lontana lo assalgono e gli parlano di ciò che è stato e che presto non sarà più. Solo l’amore per il figlio e la sua vicinanza possono salvarlo, ma “una legge” tanto anacronistica quanto implacabile gli nega anche questa possibilità. La voce del protagonista si vena cosi di rabbia e di amarezza, di impotenza per quello che sta per accadere. Fino a quando il sole, ormai nascente sulla città, lo riporta al pensiero del bimbo e al senso dell’amore che rimane alla fine di un amore.
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Una notte d’agosto a Roma. In città c’è solo solitudine e silenzio. Dall’appartamento che si appresta a lasciare, un uomo scrive a quella che sta per diventare la sua ex moglie. Una lettera dolorosa e allo stesso tempo piena d’amore. Amore per lei e per il loro bambino, dal quale d’ora in avanti sarà costretto a separarsi e che è l’unico a non avere parola su ciò che sta succedendo tra i genitori. Circondato da fotografie e oggetti che continuano a parlargli del tempo felice vissuto insieme in quella casa, rievoca le stagioni dell’innamoramento, la nascita del figlio, e quindi la brusca fine del matrimonio e l’allontanamento forzato dalle due persone che ama più al mondo. Fuori, la notte sembra infinita e i fantasmi di una gioia ormai lontana lo assalgono e gli parlano di ciò che è stato e che presto non sarà più. Solo l’amore per il figlio e la sua vicinanza possono salvarlo, ma “una legge” tanto anacronistica quanto implacabile gli nega anche questa possibilità. La voce del protagonista si vena cosi di rabbia e di amarezza, di impotenza per quello che sta per accadere. Fino a quando il sole, ormai nascente sulla città, lo riporta al pensiero del bimbo e al senso dell’amore che rimane alla fine di un amore.
Vito Bruno
Vito Bruno
2010
Fuori collana
183