Tra il 1956 e il 1957, pochi anni prima della morte di Céline, Robert Poulet si reca più volte in visita al suo amico e annota tra i suoi appunti i momenti di vita familiare, le riflessioni, le sparate e il genio del padre di Bardamu, cui somiglia ?fino a sembrarne il sosia, aggiungendovi forse una maggiore sciatteria, volgarità, pittoresca misantropia (e invincibile candore)?. Oltre al noto Céline, incarognito dai soldi, elargitore di sinistre profezie e maledizioni, Poulet rivela un Céline inedito, capace di allegria, che si sganascia per le sue stesse battute, che ricorda i suoi anni verdi da Don Giovanni: ?Ero un grand?amatore, io, un Priapo terribile! C?ero proprio portato?. Durante questi incontri, l?anacoreta Céline, trincerato da anni dietro al filo spinato della sua villa a Meudon, non ancora beatificato e anzi ripudiato come un?oscena vergogna dal mondo letterario francese, si lascia andare ai ricordi di una vita, dalla nascita del Voyage ? ?Volevo guadagnare un po? di soldi per comprarmi una casa. Il giovane Eugène Dabit aveva avuto successo con Hôtel du Nord. Mi son detto: adesso ci provo anch?io?, alle difficoltà per la sua pubblicazione ? ?Gallimard ha annusato ?sta roba (imita Gallimard). Niente da fare! Manco a pensarci? Ci si è buttato il giovane Denoël?; ai discorsi sullo stile ? ?? quei cretini credono che io improvviso? Tutto calcolato al millimetro, miei cari!?. Limitandosi a brevi incisi, Poulet lo lascia parlare, dandoci un concentrato di Céline, un?immersione a capofitto nel torrente sconcertante e visionario del più dinamitardo tra i romanzieri del Novecento.
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Tra il 1956 e il 1957, pochi anni prima della morte di Céline, Robert Poulet si reca più volte in visita al suo amico e annota tra i suoi appunti i momenti di vita familiare, le riflessioni, le sparate e il genio del padre di Bardamu, cui somiglia ?fino a sembrarne il sosia, aggiungendovi forse una maggiore sciatteria, volgarità, pittoresca misantropia (e invincibile candore)?. Oltre al noto Céline, incarognito dai soldi, elargitore di sinistre profezie e maledizioni, Poulet rivela un Céline inedito, capace di allegria, che si sganascia per le sue stesse battute, che ricorda i suoi anni verdi da Don Giovanni: ?Ero un grand?amatore, io, un Priapo terribile! C?ero proprio portato?. Durante questi incontri, l?anacoreta Céline, trincerato da anni dietro al filo spinato della sua villa a Meudon, non ancora beatificato e anzi ripudiato come un?oscena vergogna dal mondo letterario francese, si lascia andare ai ricordi di una vita, dalla nascita del Voyage ? ?Volevo guadagnare un po? di soldi per comprarmi una casa. Il giovane Eugène Dabit aveva avuto successo con Hôtel du Nord. Mi son detto: adesso ci provo anch?io?, alle difficoltà per la sua pubblicazione ? ?Gallimard ha annusato ?sta roba (imita Gallimard). Niente da fare! Manco a pensarci? Ci si è buttato il giovane Denoël?; ai discorsi sullo stile ? ?? quei cretini credono che io improvviso? Tutto calcolato al millimetro, miei cari!?. Limitandosi a brevi incisi, Poulet lo lascia parlare, dandoci un concentrato di Céline, un?immersione a capofitto nel torrente sconcertante e visionario del più dinamitardo tra i romanzieri del Novecento.
Robert Poulet
RASSEGNA STAMPA
Il Venerdì
Robert Poulet
2011
Raggi
128