Un libro apparentemente scritto in versi. Ma non si tratta di un poema, né di una prosa ritmata disposta sulla pagina come una partitura. Non è neppure un piccolo romanzo da leggere a voce alta, anche se parla della cantabilità degli alberi e la scrittura sembra esistere solo per essere pronunciata. Superando il discorso, ormai sterile, sulla fine e la contaminazione dei generi, si può dire che questo è un testo di ?pura scrittura vocale? che racconta una storia sospesa tra cielo e terra, come la musica. ?Poche cose sono sicure, ma questa è una, che non vivremo mai insieme, in una casa comune, corpo accanto a corpo, alla stessa tavola, mai, nemmeno nella stessa città??. Il disegnatore di alberi comincia con questa epigrafe tratta da una lettera di Kafka a Milena Jesenská. Comincia a esistere lì, come ?libro sull?impossibile?. È impossibile disegnare gli alberi o scrivere lettere senza esserne consumati: ??D?altra parte le lettere sono tutte d?amore e l?amore è urticante / se si tocca col palmo di una mano come la mia. / È un po? come quando / si disegnano gli alberi e le foglie hanno angoli taglienti??. Attraverso la musica Milena diventa Elsa, Elsa diventa un albero, l?albero torna a essere una bambina, perché forse tutti i bambini sono alberi. Tutto sembrerebbe possibile, eppure c?è una coppia di innamorati che non potranno mai vivere insieme, corpo accanto a corpo, nella stessa casa, nella stessa città. Per loro apparentemente tutto è impossibile e ognuno resta murato nel proprio labirinto di mobili ostili, di suppellettili crudeli. Roberto Amato narra di un universo domestico e sentimentale struggente, magicamente intrecciato con accenti da commedia, ponendosi come uno dei più originali e coinvolgenti poeti italiani degli ultimi dieci anni per la sua capacità di raccontare, con i suoi versi sospesi tra poesia e narrazione, un mondo magico e assoluto dove tutto può accadere.
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Un libro apparentemente scritto in versi. Ma non si tratta di un poema, né di una prosa ritmata disposta sulla pagina come una partitura. Non è neppure un piccolo romanzo da leggere a voce alta, anche se parla della cantabilità degli alberi e la scrittura sembra esistere solo per essere pronunciata. Superando il discorso, ormai sterile, sulla fine e la contaminazione dei generi, si può dire che questo è un testo di ?pura scrittura vocale? che racconta una storia sospesa tra cielo e terra, come la musica. ?Poche cose sono sicure, ma questa è una, che non vivremo mai insieme, in una casa comune, corpo accanto a corpo, alla stessa tavola, mai, nemmeno nella stessa città??. Il disegnatore di alberi comincia con questa epigrafe tratta da una lettera di Kafka a Milena Jesenská. Comincia a esistere lì, come ?libro sull?impossibile?. È impossibile disegnare gli alberi o scrivere lettere senza esserne consumati: ??D?altra parte le lettere sono tutte d?amore e l?amore è urticante / se si tocca col palmo di una mano come la mia. / È un po? come quando / si disegnano gli alberi e le foglie hanno angoli taglienti??. Attraverso la musica Milena diventa Elsa, Elsa diventa un albero, l?albero torna a essere una bambina, perché forse tutti i bambini sono alberi. Tutto sembrerebbe possibile, eppure c?è una coppia di innamorati che non potranno mai vivere insieme, corpo accanto a corpo, nella stessa casa, nella stessa città. Per loro apparentemente tutto è impossibile e ognuno resta murato nel proprio labirinto di mobili ostili, di suppellettili crudeli. Roberto Amato narra di un universo domestico e sentimentale struggente, magicamente intrecciato con accenti da commedia, ponendosi come uno dei più originali e coinvolgenti poeti italiani degli ultimi dieci anni per la sua capacità di raccontare, con i suoi versi sospesi tra poesia e narrazione, un mondo magico e assoluto dove tutto può accadere.
Roberto Amato
Roberto Amato
2009
Raggi
93