Dall’imprevedibile autore de La teologia del cinghiale, un nuovo mistero ambientato nel mitico paesino sardo di Telévras. Uno strano incidente d’auto, un suicidio impensabile, un ragioniere trafficone sono solo alcuni degli elementi che ci riportano a Telévras, uno dei territori più poveri del pianeta. I turisti lì non arrivano. Occorre inventarsi qualcosa, per fare in modo che cessino lo spopolamento e il decremento demografico. È una Telévras contemporanea, ma gli abitanti, i loro comportamenti e le loro aspirazioni non sembrano adeguarsi ai tempi. Una galleria di nuovi personaggi, da Donamìnu Stracciu, poeta “apolide e apocrifo”, alla catechista di professione Titina Inganìa, fino a Michelangelo Ambéssi, l’uomo per cui tutto ciò che supera il metro e sessanta è da guardare con sospetto: sono loro alcuni dei protagonisti di questa vicenda che sembra passare quasi inosservata anche nelle cronache locali. Ma, in una fredda mattina d’inverno, arriva nel paesino l’ispettore Marzio Boccinu, al momento in congedo dalle forze dell?ordine, il quale si troverà invischiato in un intreccio in cui la realtà supererà, come sempre, ogni fantasia?
Gesuino Nèmus È nato in Sardegna in un piccolo paese dell’entroterra sardo dell’Ogliastra. Con il suo romanzo d’esordio, La teologia del cinghiale (Elliot, 2015), ha vinto: Premio Campiello Opera Prima, Premio Selezione Bancarella, Premio letterario Osilo, POP16 Premio Opera Prima della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e il Premio John Fante 2016. Con il suo secondo romanzo I bambini sardi non piangono mai (Elliot, 2016) ha vinto il Premio “Franco Fedeli. Miglior poliziesco dell’anno”
«Il romanzo trascorre dal comico al tragico, con punte di malinconia, come si addice a una tragicommedia in cui l’umano si offre in tutte le sue tinte di passionalità, amicizia, odio, inganno e dove comunque si combatte il difficile dramma delle scelte tra tradizione e modernità» Ermanno Paccagnini – La Lettura Corriere della Sera
«Gesuino Némus narra una realtà dove si vive di sussidi e di inventiva, che ci rimandano l’immagine di un’Italia ferita» Stefania Parmeggiani – Robinson la Repubblica
«Senz’altro questo autore ha letto molto, moltissimo, perché fra le pagine si celano riferimenti, rimandi, citazioni di cultura alta e bassa, dai film commedia a Hegel» Paolo Bianchi – Libero
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Dall’imprevedibile autore de La teologia del cinghiale, un nuovo mistero ambientato nel mitico paesino sardo di Telévras. Uno strano incidente d’auto, un suicidio impensabile, un ragioniere trafficone sono solo alcuni degli elementi che ci riportano a Telévras, uno dei territori più poveri del pianeta. I turisti lì non arrivano. Occorre inventarsi qualcosa, per fare in modo che cessino lo spopolamento e il decremento demografico. È una Telévras contemporanea, ma gli abitanti, i loro comportamenti e le loro aspirazioni non sembrano adeguarsi ai tempi. Una galleria di nuovi personaggi, da Donamìnu Stracciu, poeta “apolide e apocrifo”, alla catechista di professione Titina Inganìa, fino a Michelangelo Ambéssi, l’uomo per cui tutto ciò che supera il metro e sessanta è da guardare con sospetto: sono loro alcuni dei protagonisti di questa vicenda che sembra passare quasi inosservata anche nelle cronache locali. Ma, in una fredda mattina d’inverno, arriva nel paesino l’ispettore Marzio Boccinu, al momento in congedo dalle forze dell?ordine, il quale si troverà invischiato in un intreccio in cui la realtà supererà, come sempre, ogni fantasia?
Gesuino Nèmus
È nato in Sardegna in un piccolo paese dell’entroterra sardo dell’Ogliastra. Con il suo romanzo d’esordio, La teologia del cinghiale (Elliot, 2015), ha vinto: Premio Campiello Opera Prima, Premio Selezione Bancarella, Premio letterario Osilo, POP16 Premio Opera Prima della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e il Premio John Fante 2016. Con il suo secondo romanzo I bambini sardi non piangono mai (Elliot, 2016) ha vinto il Premio “Franco Fedeli. Miglior poliziesco dell’anno”
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«Il romanzo trascorre dal comico al tragico, con punte di malinconia, come si addice a una tragicommedia in cui l’umano si offre in tutte le sue tinte di passionalità, amicizia, odio, inganno e dove comunque si combatte il difficile dramma delle scelte tra tradizione e modernità» Ermanno Paccagnini – La Lettura Corriere della Sera
«Gesuino Némus narra una realtà dove si vive di sussidi e di inventiva, che ci rimandano l’immagine di un’Italia ferita» Stefania Parmeggiani – Robinson la Repubblica
«Senz’altro questo autore ha letto molto, moltissimo, perché fra le pagine si celano riferimenti, rimandi, citazioni di cultura alta e bassa, dai film commedia a Hegel» Paolo Bianchi – Libero
Gesuino Némus
2017
Scatti
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