A duecento anni dalla nascita di Francesco De Sanctis (1817- 1883) l?eredità del grande letterato e filosofo risulta essere più che mai vitale, propositiva e utile per migliorare lo stato di salute della nostra cultura. È da questa prospettiva che Giulio Ferroni lo ricorda, in maniera ampia e articolata, come figura imprescindibile per comprendere la storia della letteratura e della critica italiana. E a rappresentarne la modernità e attualità di pensiero, è stata scelta per questo volume la prolusione tenuta al Politecnico di Zurigo in apertura dell?anno didattico 1856- 1857. Nel suo discorso di benvenuto, il professore di Storia della Letteratura italiana ricorda a quei giovani, chiamati ad affrontare gli studi scientifici e tecnici, l?importanza di una educazione intellettuale e morale che può provenire solo dallo studio delle lettere, l?unico in grado di far evolvere un giovane dal suo stato ?rozzo? e ?salvatico?. Parla ai giovani di oggi, con comunicativa intensità e passione, l?arringa desanctisiana in difesa della letteratura, della poesia e dell?arte.
Giulio Ferroni
Ha insegnato fino al 2013 Letteratura italiana all?Università di Roma La Sapienza. Ha rivolto i suoi studi ai più vari autori della letteratura italiana, alla teoria della letteratura e alla produzione letteraria contemporanea. È autore, tra l?altro, della Storia della letteratura italiana in quattro volumi (1991 e 2013) e di molteplici saggi critici e teorici (tra cui Dopo la fine, 1996, nuova edizione 2010). Tra le sue più recenti pubblicazioni: Ariosto (2008, Premio De Sanctis 2009), La passion predominante. Perché la letteratura (2009), Gli ultimi poeti: Giudici e Zanzotto (2013), La fedeltà della ragione (2014), La scuola impossibile (2015). Ha diretto il volume sulla Letteratura della serie Treccani Il contributo italiano alla storia del pensiero (2017).
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A duecento anni dalla nascita di Francesco De Sanctis (1817- 1883) l?eredità del grande letterato e filosofo risulta essere più che mai vitale, propositiva e utile per migliorare lo stato di salute della nostra cultura. È da questa prospettiva che Giulio Ferroni lo ricorda, in maniera ampia e articolata, come figura imprescindibile per comprendere la storia della letteratura e della critica italiana. E a rappresentarne la modernità e attualità di pensiero, è stata scelta per questo volume la prolusione tenuta al Politecnico di Zurigo in apertura dell?anno didattico 1856- 1857. Nel suo discorso di benvenuto, il professore di Storia della Letteratura italiana ricorda a quei giovani, chiamati ad affrontare gli studi scientifici e tecnici, l?importanza di una educazione intellettuale e morale che può provenire solo dallo studio delle lettere, l?unico in grado di far evolvere un giovane dal suo stato ?rozzo? e ?salvatico?. Parla ai giovani di oggi, con comunicativa intensità e passione, l?arringa desanctisiana in difesa della letteratura, della poesia e dell?arte.
Giulio Ferroni
Ha insegnato fino al 2013 Letteratura italiana all?Università di Roma La Sapienza. Ha rivolto i suoi studi ai più vari autori della letteratura italiana, alla teoria della letteratura e alla produzione letteraria contemporanea. È autore, tra l?altro, della Storia della letteratura italiana in quattro volumi (1991 e 2013) e di molteplici saggi critici e teorici (tra cui Dopo la fine, 1996, nuova edizione 2010). Tra le sue più recenti pubblicazioni: Ariosto (2008, Premio De Sanctis 2009), La passion predominante. Perché la letteratura (2009), Gli ultimi poeti: Giudici e Zanzotto (2013), La fedeltà della ragione (2014), La scuola impossibile (2015). Ha diretto il volume sulla Letteratura della serie Treccani Il contributo italiano alla storia del pensiero (2017).
RASSEGNA STAMPA
Il Messaggero
Giulio Ferroni
2017
Maestri
64