«Precursore della fantascienza, Cyrano s’imbatte in anticipazioni che solo noi più di tre secoli dopo possiamo apprezzare come tali. In lui convergono qualità intellettuale e qualità poetica, e ne fanno uno scrittore straordinario, nel Seicento francese e in assoluto»
ITALO CALVINO
Ventiquattro anni dopo l’abiura di Galileo Galilei al Sant’Uffizio, in Francia si pubblica una singolarissima difesa della teoria eliocentrica e della pluralità dei mondi: non un trattato né un libello, ma la prima vera storia di fantascienza, scritta da Savinien Cyrano de Bergerac, libertino, scienziato, alchimista e spadaccino. Il libro racconta di un comico viaggio spaziale prendendo a pretesto il mondo celeste per farsi beffe di costumi sociali e culturali ben più terreni: i buffi esseri che popolano la luna sono così poco disposti ad ammettere che il loro mondo sia il satellite di un pianeta minore, da accusare il protagonista – un terrestre – di eresia. Italo Calvino ha definito Gli Stati e gli Imperi della luna «una giostra d’invenzioni», e secondo l’autore di 2001: Odissea nello spazio, Arthur C. Clarke, gli andrebbe riconosciuta la paternità del volo spaziale a propulsione. È un racconto che mischia il pensiero magico-filosofico secentesco con le nuove nozioni scientifiche per schernire la società del tempo e dare omaggio alla libertà di parola, qui proposto insieme al libro gemello Gli Stati e gli Imperi del sole.
Savinien Cyrano de Bergerac
Nato nel 1619 a Parigi, fu uno degli scrittori più originali e fantasiosi del suo secolo. La sua figura è divenuta leggendaria con la commedia di Edmond Rostand a lui ispirata, il Cyrano de Bergerac del 1897. Gli Stati e gli Imperi della luna (1657) e Gli Stati e gli Imperi del sole (1662) sono entrambi postumi. Morì in povertà a trentasei anni.
Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.Ok
Cyrano de Bergerac – L’altro mondo
15,00€
Traduzione di Enrico Galluppi
«Precursore della fantascienza, Cyrano s’imbatte in anticipazioni che solo noi più di tre secoli dopo possiamo apprezzare come tali. In lui convergono qualità intellettuale e qualità poetica, e ne fanno uno scrittore straordinario, nel Seicento francese e in assoluto»
ITALO CALVINO
GLI STATI E GLI IMPERI DELLA LUNA
GLI STATI E GLI IMPERI DEL SOLE
Ventiquattro anni dopo l’abiura di Galileo Galilei al Sant’Uffizio, in Francia si pubblica una singolarissima difesa della teoria eliocentrica e della pluralità dei mondi: non un trattato né un libello, ma la prima vera storia di fantascienza, scritta da Savinien Cyrano de Bergerac, libertino, scienziato, alchimista e spadaccino. Il libro racconta di un comico viaggio spaziale prendendo a pretesto il mondo celeste per farsi beffe di costumi sociali e culturali ben più terreni: i buffi esseri che popolano la luna sono così poco disposti ad ammettere che il loro mondo sia il satellite di un pianeta minore, da accusare il protagonista – un terrestre – di eresia. Italo Calvino ha definito Gli Stati e gli Imperi della luna «una giostra d’invenzioni», e secondo l’autore di 2001: Odissea nello spazio, Arthur C. Clarke, gli andrebbe riconosciuta la paternità del volo spaziale a propulsione. È un racconto che mischia il pensiero magico-filosofico secentesco con le nuove nozioni scientifiche per schernire la società del tempo e dare omaggio alla libertà di parola, qui proposto insieme al libro gemello Gli Stati e gli Imperi del sole.
Savinien Cyrano de Bergerac
Nato nel 1619 a Parigi, fu uno degli scrittori più originali e fantasiosi del suo secolo. La sua figura è divenuta leggendaria con la commedia di Edmond Rostand a lui ispirata, il Cyrano de Bergerac del 1897. Gli Stati e gli Imperi della luna (1657) e Gli Stati e gli Imperi del sole (1662) sono entrambi postumi. Morì in povertà a trentasei anni.
Raggi
140
20/02/2020