Siamo certi di essere dove siamo? Il nostro cosiddetto luogo reale è un’illusione o un’allucinazione? “Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne immagini la tua filosofia”, come dice Amleto. In effetti la poesia ne immagina di più, ne vede di più, e in tutti i loro dettagli, che cerchiamo di non vedere perché ci spaventano. Questo è un libro di visioni non vedute. La loro precisione analitica, enumerativa, fino a una crudele autodistruzione dei fenomeni e dei corpi in vista del loro possibile riprodursi, si presenta ai nostri occhi come uno spettacolo indecifrabile manovrato da un regista senza volto e senza nome, un dio o una vuota identità di cui è possibile constatare e registrare solo i visibili effetti. Queste poesie senza versi sono l’oggettiva fredda descrizione di una tragedia. Le nude immagini di questo libro descrivono, fanno vedere, l’apocalissi quotidiana dell’essere qui.
Giorgio Manacorda
Nato a Roma nel 1941. Poeta, narratore, drammaturgo, saggista e giornalista, le sue pubblicazioni spaziano in molteplici campi. Tra i suoi libri di poesie, Scrivo per te, mia amata e altre poesie (1973-2007) (Scheiwiller, 2009), Viaggio al centro della terra (Elliot 2014). Ha inoltre dedicato alla poesia i seguenti lavori: Per la poesia (Editori Riuniti 1993), La poesia è la forma della mente (De Donato-Lerici 2002), La poesia italiana oggi. Un’antologia critica (Castelvecchi 2004), Samiszdat. Giovani poeti d’oggi (Castelvecchi 2005), Apologia del critico militante (Castelvecchi 2006), La poesia (Castelvecchi 2016). Con Paolo Febbraro ha curato un “Annuario della poesia” (1994-2012).
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Giorgio Manacorda – Catabasi
18,50€
Siamo certi di essere dove siamo? Il nostro cosiddetto luogo reale è un’illusione o un’allucinazione? “Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne immagini la tua filosofia”, come dice Amleto. In effetti la poesia ne immagina di più, ne vede di più, e in tutti i loro dettagli, che cerchiamo di non vedere perché ci spaventano. Questo è un libro di visioni non vedute. La loro precisione analitica, enumerativa, fino a una crudele autodistruzione dei fenomeni e dei corpi in vista del loro possibile riprodursi, si presenta ai nostri occhi come uno spettacolo indecifrabile manovrato da un regista senza volto e senza nome, un dio o una vuota identità di cui è possibile constatare e registrare solo i visibili effetti. Queste poesie senza versi sono l’oggettiva fredda descrizione di una tragedia. Le nude immagini di questo libro descrivono, fanno vedere, l’apocalissi quotidiana dell’essere qui.
Giorgio Manacorda
Nato a Roma nel 1941. Poeta, narratore, drammaturgo, saggista e giornalista, le sue pubblicazioni spaziano in molteplici campi. Tra i suoi libri di poesie, Scrivo per te, mia amata e altre poesie (1973-2007) (Scheiwiller, 2009), Viaggio al centro della terra (Elliot 2014). Ha inoltre dedicato alla poesia i seguenti lavori: Per la poesia (Editori Riuniti 1993), La poesia è la forma della mente (De Donato-Lerici 2002), La poesia italiana oggi. Un’antologia critica (Castelvecchi 2004), Samiszdat. Giovani poeti d’oggi (Castelvecchi 2005), Apologia del critico militante (Castelvecchi 2006), La poesia (Castelvecchi 2016). Con Paolo Febbraro ha curato un “Annuario della poesia” (1994-2012).
Rassegna stampa
– Corriere della Sera La Lettura
172
Poesia
Giorgio Manacorda
23/05/2019