Questo libro raccoglie le testimonianze di sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti che al momento della deportazione, tra l’inverno del 1943 e la primavera del 1945, avevano un’età compresa tra i dodici e i vent’anni. Tutti loro richiamano alla memoria l’istante in cui vennero separati dai loro genitori e gettati nell’inferno dei campi. Sono usciti vivi da Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Mittelbau-Dora, Ebensee, Dachau, Buchenwald, Ravensbrück, Bergen-Belsen nonostante il lavoro forzato, la fame, il freddo, le botte, gli esperimenti, gli appelli, le selezioni, le marce, eppure quando tornarono a casa non furono creduti. Tra le storie raccolte decenni dopo da Anna Segre e Gloria Pavoncello ci sono quelle degli ebrei catturati in Italia, a Fiume, a Rodi, in Grecia, in Ungheria, in Croazia, in Libia. Le loro voci in presa diretta scavano nella memoria per restituirci non l’accurata ricostruzione storica di quegli eventi, ma gli istanti in cui persero la loro innocenza. Oggi queste parole sono un documento prezioso, l’ultima prova tangibile di una crudeltà che non dobbiamo dimenticare. Quando il ricordo dello sterminio nazista sarà affidato esclusivamente ai libri di storia, ai documenti, alle foto, nessuno di noi dovrà permettere che “la Shoah faccia la stessa fine delle guerre puniche, che se ne parli senza emozione”.
Anna Segre, psicoterapeuta, ha curato, insieme a Fabiana Di Segni, Fatina Sed. Biografia di una vita in più (Elliot, 2017). Sempre per Elliot è uscita nel 2018 con i due volumi 100 punti di ebraicità e 100 punti di lesbicità.
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Anna Segre -Judenrampe
14,50€
Prefazione di Leone Paserman
Nuova introduzione delle curatrici
Questo libro raccoglie le testimonianze di sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti che al momento della deportazione, tra l’inverno del 1943 e la primavera del 1945, avevano un’età compresa tra i dodici e i vent’anni. Tutti loro richiamano alla memoria l’istante in cui vennero separati dai loro genitori e gettati nell’inferno dei campi. Sono usciti vivi da Auschwitz-Birkenau, Mauthausen, Mittelbau-Dora, Ebensee, Dachau, Buchenwald, Ravensbrück, Bergen-Belsen nonostante il lavoro forzato, la fame, il freddo, le botte, gli esperimenti, gli appelli, le selezioni, le marce, eppure quando tornarono a casa non furono creduti. Tra le storie raccolte decenni dopo da Anna Segre e Gloria Pavoncello ci sono quelle degli ebrei catturati in Italia, a Fiume, a Rodi, in Grecia, in Ungheria, in Croazia, in Libia. Le loro voci in presa diretta scavano nella memoria per restituirci non l’accurata ricostruzione storica di quegli eventi, ma gli istanti in cui persero la loro innocenza. Oggi queste parole sono un documento prezioso, l’ultima prova tangibile di una crudeltà che non dobbiamo dimenticare. Quando il ricordo dello sterminio nazista sarà affidato esclusivamente ai libri di storia, ai documenti, alle foto, nessuno di noi dovrà permettere che “la Shoah faccia la stessa fine delle guerre puniche, che se ne parli senza emozione”.
Anna Segre, psicoterapeuta, ha curato, insieme a Fabiana Di Segni, Fatina Sed. Biografia di una vita in più (Elliot, 2017). Sempre per Elliot è uscita nel 2018 con i due volumi 100 punti di ebraicità e 100 punti di lesbicità.
Gloria Pavoncello è una sociologa.
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Manubri
24/01/2019
2019