Sono andato scrivendo di questo paese
per cinquant’anni, guardando sui piccoli dossi
le orchidee autunnali andare e venire
e dopo dieci anni di sole radici tornare
a centinaia. Ho contato i cigni selvatici
e le taccole sul fienile di Morrison.
Sulla distesa, troppo accanto alle impronte dei trattori
il nido rotondo del piviere m’ha tenuto sveglio,
come la lontra affogata nella trappola per anguille.
Recuperare gusci di lumaca e piume di gazza
per paura di perdere un particolare
mi lascia poco spazio per la filosofia.
Sempre più piano vado al cancello o al gradino.
La poesia si sta riducendo quasi all’osso.
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Michael Longley – Angel Hill
19,50€
Traduzione e cura di Paolo Febbraro
Rassegna stampa
– Avvenire
Sono andato scrivendo di questo paese
per cinquant’anni, guardando sui piccoli dossi
le orchidee autunnali andare e venire
e dopo dieci anni di sole radici tornare
a centinaia. Ho contato i cigni selvatici
e le taccole sul fienile di Morrison.
Sulla distesa, troppo accanto alle impronte dei trattori
il nido rotondo del piviere m’ha tenuto sveglio,
come la lontra affogata nella trappola per anguille.
Recuperare gusci di lumaca e piume di gazza
per paura di perdere un particolare
mi lascia poco spazio per la filosofia.
Sempre più piano vado al cancello o al gradino.
La poesia si sta riducendo quasi all’osso.
Poesia
192
29/07/2019
Michael Longley