Otto anni dopo la decisione degli Stati Uniti di distruggere la rete terroristica di al Qaeda e il regime talebano che le aveva dato rifugio, le truppe statunitensi e della NATO sono ancora in Afghanistan a combattere una guerra che non ha conseguito i suoi obiettivi originali e che minaccia di avere effetti deleteri anche sulla stabilità del vicino Pakistan. Tutte le strategie adottate dall?inizio del conflitto a oggi hanno portato alla nascita del governo Karzai, accusato di promuovere personalità corrotte all?interno del suo esecutivo, e hanno consentito il ritorno prepotente dei talebani, che dopo la sconfitta iniziale, si sono riorganizzati e stanno riconquistando territorio e consenso. La posta in gioco è alta. La missione in Afghanistan è improvvisamente diventata un?autentica corsa contro il tempo, dove le fasi di stallo vanno a tutto vantaggio del nemico, indeboliscono il sostegno dell?opinione pubblica nel mondo occidentale e fanno sì che negli afghani si ingeneri un forte rancore verso il proprio governo. Michael O?Hanlon e Hassina Sherjan hanno analizzato il conflitto nei minimi dettagli, ripercorrendo punto per punto tutti gli errori commessi fino a oggi e, grazie all?ausilio di fonti riservate, hanno descritto la nuova strategia che verrà messa in campo dalla coalizione NATO nel biennio 2010-2011, inclusa l?auspicata exit strategy prevista per il 2013. Questo nuovo approccio, così come annunciato dal presidente Barack Obama, richiederà ancora grandi sforzi e purtroppo l?inevitabile perdita di altre vite umane, ma bisogna resistere e andare avanti perché restituire agli afghani un paese governabile è una responsabilità che investe tutti, non solo i paesi coinvolti direttamente nel conflitto. Perdere questa guerra potrebbe avere infatti conseguenze che finirebbero per investire il mondo intero.
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Otto anni dopo la decisione degli Stati Uniti di distruggere la rete terroristica di al Qaeda e il regime talebano che le aveva dato rifugio, le truppe statunitensi e della NATO sono ancora in Afghanistan a combattere una guerra che non ha conseguito i suoi obiettivi originali e che minaccia di avere effetti deleteri anche sulla stabilità del vicino Pakistan. Tutte le strategie adottate dall?inizio del conflitto a oggi hanno portato alla nascita del governo Karzai, accusato di promuovere personalità corrotte all?interno del suo esecutivo, e hanno consentito il ritorno prepotente dei talebani, che dopo la sconfitta iniziale, si sono riorganizzati e stanno riconquistando territorio e consenso. La posta in gioco è alta. La missione in Afghanistan è improvvisamente diventata un?autentica corsa contro il tempo, dove le fasi di stallo vanno a tutto vantaggio del nemico, indeboliscono il sostegno dell?opinione pubblica nel mondo occidentale e fanno sì che negli afghani si ingeneri un forte rancore verso il proprio governo. Michael O?Hanlon e Hassina Sherjan hanno analizzato il conflitto nei minimi dettagli, ripercorrendo punto per punto tutti gli errori commessi fino a oggi e, grazie all?ausilio di fonti riservate, hanno descritto la nuova strategia che verrà messa in campo dalla coalizione NATO nel biennio 2010-2011, inclusa l?auspicata exit strategy prevista per il 2013. Questo nuovo approccio, così come annunciato dal presidente Barack Obama, richiederà ancora grandi sforzi e purtroppo l?inevitabile perdita di altre vite umane, ma bisogna resistere e andare avanti perché restituire agli afghani un paese governabile è una responsabilità che investe tutti, non solo i paesi coinvolti direttamente nel conflitto. Perdere questa guerra potrebbe avere infatti conseguenze che finirebbero per investire il mondo intero.
Michael E. O’Hanlon; Hassina Sherjan
Michael E. O'Hanlon; Hassina Sherjan
2010
Antidoti
198