Luglio 1969. Durante i giorni dello sbarco sulla luna, a Telévras, piccolo paese dell?entroterra sardo, due ragazzini vengono coinvolti in una serie di eventi misteriosi. Il primo è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante; l?altro è Gesuino Némus, un bambino silenzioso e problematico, da tutti considerato poco più che un minus habens. Amici per la pelle, i due godono della protezione di don Cossu, il prete gesuita del paese, che si prende cura di loro come fossero figli suoi. Un giorno il padre di Matteo, scomparso da settimane, viene trovato morto a pochi chilometri di distanza da casa. Il maresciallo dei carabinieri De Stefani, un piemontese che fatica a comprendere le logiche del luogo, inizia a indagare con l?aiuto dell?appuntato Piras e dello stesso don Cossu ma, con l?avanzare dei giorni, le cose si complicano e spunta fuori un altro cadavere? Misteri, colpe antiche, segreti e rivelazioni vengono scanditi a ritmo battente in un romanzo dalle tinte gialle sapientemente orchestrato, imprevedibile e originalissimo per trama, stile, umorismo e inventiva. Un?opera pirotecnica, geniale e ricca di suspense che ci avvolge con le voci, i sapori e la magia della terra sarda, raccontando gli ultimi cinquant?anni di un?Italia sospesa fra modernità e tradizione.
Vincitore Premio Campiello Opera Prima – Vincitore Premio Selezione Bancarella 2016 – Vincitore Premio John Fante Opera prima – Vincitore Premio POP Master in editoria – Vincitore Premio Osilo 2016
«Un sorprendente esordio» Ermanno Paccagnini – La Lettura Corriere della Sera
«Un grandissimo romanzo sui sardi e sulla Sardegna. Di talento, Gesuino Némus ne ha davvero tanto» Fabrizio D’Esposito – Il Fatto Quotidiano
«Un esordio tosto, con una voce narrante ipnotica, dove le risate si colorano di realismo magico e la verità sorprende come una fucilata» Elisa Manisco – Il Venerdì
«Le prime pagine richiedono pazienza, ma dopo un po’ di allenamento la fatica cede il passo alla meraviglia e alla fine dispiace lasciare il mondo che si è visitato» Stefania Parmeggiani – Robinson la Repubblica
«La narrazione è percorsa da un’ironia che sbriciola tutte le paure, anche quelle supreme della morte, del demonio e del castigo di Dio» Francesco Abate – L’Unione Sarda
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Luglio 1969. Durante i giorni dello sbarco sulla luna, a Telévras, piccolo paese dell?entroterra sardo, due ragazzini vengono coinvolti in una serie di eventi misteriosi. Il primo è Matteo Trudìnu, talentuoso figlio di un sequestratore latitante; l?altro è Gesuino Némus, un bambino silenzioso e problematico, da tutti considerato poco più che un minus habens. Amici per la pelle, i due godono della protezione di don Cossu, il prete gesuita del paese, che si prende cura di loro come fossero figli suoi. Un giorno il padre di Matteo, scomparso da settimane, viene trovato morto a pochi chilometri di distanza da casa. Il maresciallo dei carabinieri De Stefani, un piemontese che fatica a comprendere le logiche del luogo, inizia a indagare con l?aiuto dell?appuntato Piras e dello stesso don Cossu ma, con l?avanzare dei giorni, le cose si complicano e spunta fuori un altro cadavere? Misteri, colpe antiche, segreti e rivelazioni vengono scanditi a ritmo battente in un romanzo dalle tinte gialle sapientemente orchestrato, imprevedibile e originalissimo per trama, stile, umorismo e inventiva. Un?opera pirotecnica, geniale e ricca di suspense che ci avvolge con le voci, i sapori e la magia della terra sarda, raccontando gli ultimi cinquant?anni di un?Italia sospesa fra modernità e tradizione.
Gesuino Némus
RASSEGNA STAMPA
Corriere della Sera – La Lettura
Il Venerdì
La Repubblica
TTL La Stampa
Corriere della Sera
Vanity Fair
Il Fatto Quotidiano
Libero
Il Gazzettino
Unione Sarda
Vincitore Premio Campiello Opera Prima – Vincitore Premio Selezione Bancarella 2016 – Vincitore Premio John Fante Opera prima – Vincitore Premio POP Master in editoria – Vincitore Premio Osilo 2016
«Un sorprendente esordio» Ermanno Paccagnini – La Lettura Corriere della Sera
«Un grandissimo romanzo sui sardi e sulla Sardegna. Di talento, Gesuino Némus ne ha davvero tanto» Fabrizio D’Esposito – Il Fatto Quotidiano
«Un esordio tosto, con una voce narrante ipnotica, dove le risate si colorano di realismo magico e la verità sorprende come una fucilata» Elisa Manisco – Il Venerdì
«Le prime pagine richiedono pazienza, ma dopo un po’ di allenamento la fatica cede il passo alla meraviglia e alla fine dispiace lasciare il mondo che si è visitato» Stefania Parmeggiani – Robinson la Repubblica
«La narrazione è percorsa da un’ironia che sbriciola tutte le paure, anche quelle supreme della morte, del demonio e del castigo di Dio» Francesco Abate – L’Unione Sarda
Gesuino Némus
2017
Manubri
240