Vent’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Goro, un ex ufficiale della Marina giapponese, fugge dall’ospedale psichiatrico di Tokyo in cui è internato per tornare nel sud del Kyushu, inseguendo le orme del proprio passato da militare. Il suo vagare è di tanto in tanto accompagnato da alcuni incontri (uno strano rap – presentante di commercio, una donna divorziata, un bambino che pesca sulla riva), ma è soprattutto ossessionato dal ricordo di un ex compagno, il caporale Tomi, annegato forse per sua stessa volontà. La follia attende quest’uomo segnato dalla guerra, alter ego dell’autore, oscillante tra il richiamo della vita e quello della morte… Un romanzo psicologico – di natura parzialmente autobiografica – sui danni inferti dai conflitti ai sopravvissuti, scritto da uno degli autori più importanti del Novecento giapponese.
UMEZAKI HARUO (1915-1965) Nasce e cresce nel Kyushu: particolarmente legato alla sua terra, la abbandona malvolentieri per andare a studiare in un’università della capitale come era in uso all’epoca. Si specializza in Letteratura e fin da subito dimostra talento per la scrittura, facendosi notare sin dal 1939 per alcuni racconti pubblicati su importanti riviste letterarie. La fama letteraria arriva dopo la guerra – durante la quale è inviato a Kagoshima in qualità di addetto ai cifrari e alla decodificazione delle intercettazioni – con la sua produzione di ispirazione autobiografica o incentrata sulla vita quotidiana del dopoguerra. Vince il Premio Naoki nel 1954 e il Premio Shincho nel 1955. Suoi capolavori sono considerati Kuruidako (‘L’aquilone folle’) e Genka, qui tradotto con Illusioni (1965), per il quale l’autore è stato insignito del Mainichi Publishing Culture Award. Illusioni è stato recentemente tradotto anche in Francia.
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Umezaki Haruo – Illusioni
16,50€
A cura di Diego Cucinelli
Vent’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Goro, un ex ufficiale della Marina giapponese, fugge dall’ospedale psichiatrico di Tokyo in cui è internato per tornare nel sud del Kyushu, inseguendo le orme del proprio passato da militare. Il suo vagare è di tanto in tanto accompagnato da alcuni incontri (uno strano rap – presentante di commercio, una donna divorziata, un bambino che pesca sulla riva), ma è soprattutto ossessionato dal ricordo di un ex compagno, il caporale Tomi, annegato forse per sua stessa volontà. La follia attende quest’uomo segnato dalla guerra, alter ego dell’autore, oscillante tra il richiamo della vita e quello della morte… Un romanzo psicologico – di natura parzialmente autobiografica – sui danni inferti dai conflitti ai sopravvissuti, scritto da uno degli autori più importanti del Novecento giapponese.
UMEZAKI HARUO
(1915-1965) Nasce e cresce nel Kyushu: particolarmente legato alla sua terra, la abbandona malvolentieri per andare a studiare in un’università della capitale come era in uso all’epoca. Si specializza in Letteratura e fin da subito dimostra talento per la scrittura, facendosi notare sin dal 1939 per alcuni racconti pubblicati su importanti riviste letterarie. La fama letteraria arriva dopo la guerra – durante la quale è inviato a Kagoshima in qualità di addetto ai cifrari e alla decodificazione delle intercettazioni – con la sua produzione di ispirazione autobiografica o incentrata sulla vita quotidiana del dopoguerra. Vince il Premio Naoki nel 1954 e il Premio Shincho nel 1955. Suoi capolavori sono considerati Kuruidako (‘L’aquilone folle’) e Genka, qui tradotto con Illusioni (1965), per il quale l’autore è stato insignito del Mainichi Publishing Culture Award. Illusioni è stato recentemente tradotto anche in Francia.
RASSEGNA STAMPA
Il Corriere della Sera
Grazia
2duerighe
Umezaki Haruo
Scatti
176