Un giorno la vita sentimentale del quarantacinquenne Andrea Camatti, fino a quel momento piuttosto tranquilla, precipita, e Andrea è costretto a ripartire da zero. Pian piano, inizia a riflettere sugli errori che ha commesso da quando è venuto al mondo, e per farlo si avvale dell’osservazione di amici, colleghi, passanti occasionali, e perché no, anche del suo gatto. L’ostacolo principale, in questo processo di tardiva crescita interiore, è rappresentato dal suo carattere troppo accondiscendente. Nel corso di una narrazione leggera ma mai superficiale, scandita da un continuo susseguirsi di trovate comiche distillate in capitoli brevi e fulminanti, Andrea troverà parecchi alleati per riuscire a farcela: gli immaginari incontri di mutuo soccorso, le certezze monolitiche della madre, gli insospettabili travestimenti di suo padre, le velleità da Cupido della sua barista di fiducia, gli improbabili dialoghi col vicino di casa troglodita ma soprattutto il tennis, che per alcuni aspetti sembra incarnare una perfetta metafora della vita.
Fabrizio Bolivar
Vive a Mantova, dove lavora in un ufficio della zona industriale. Il panorama dalla sua finestra è terribile e inquietante. Per distrarsi gioca a tennis e scrive racconti e romanzi, ma anche sceneggiature per il cinema e la tv. Nel 2003 vince il concorso Pubblica con noi di Fara Editore di Rimini con la raccolta di racconti Maledetta vita (2004). Nel 2006 pubblica per la Compagnia dei Librai di Genova 480 caratteri spazi inclusi. Negli anni successivi autopubblica altre raccolte di racconti e romanzi, tra cui Sei a zero.
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Fabrizio Bolivar -Sei a zero
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Un giorno la vita sentimentale del quarantacinquenne Andrea Camatti, fino a quel momento piuttosto tranquilla, precipita, e Andrea è costretto a ripartire da zero. Pian piano, inizia a riflettere sugli errori che ha commesso da quando è venuto al mondo, e per farlo si avvale dell’osservazione di amici, colleghi, passanti occasionali, e perché no, anche del suo gatto. L’ostacolo principale, in questo processo di tardiva crescita interiore, è rappresentato dal suo carattere troppo accondiscendente. Nel corso di una narrazione leggera ma mai superficiale, scandita da un continuo susseguirsi di trovate comiche distillate in capitoli brevi e fulminanti, Andrea troverà parecchi alleati per riuscire a farcela: gli immaginari incontri di mutuo soccorso, le certezze monolitiche della madre, gli insospettabili travestimenti di suo padre, le velleità da Cupido della sua barista di fiducia, gli improbabili dialoghi col vicino di casa troglodita ma soprattutto il tennis, che per alcuni aspetti sembra incarnare una perfetta metafora della vita.
Fabrizio Bolivar
Vive a Mantova, dove lavora in un ufficio della zona industriale. Il panorama dalla sua finestra è terribile e inquietante. Per distrarsi gioca a tennis e scrive racconti e romanzi, ma anche sceneggiature per il cinema e la tv. Nel 2003 vince il concorso Pubblica con noi di Fara Editore di Rimini con la raccolta di racconti Maledetta vita (2004). Nel 2006 pubblica per la Compagnia dei Librai di Genova 480 caratteri spazi inclusi. Negli anni successivi autopubblica altre raccolte di racconti e romanzi, tra cui Sei a zero.
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La Repubblica
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12/07/2018
2018