Non sono due amanti, non lo sono mai stati. Non conosciamo il loro vero nome, ma sappiamo il soprannome che lui ha dato a lei: Campanellino, come la fatina di Peter Pan, dispettosa e insolente ma pronta a dare la vita per il suo amico. Mi manchi è, infatti, la storia di un?amicizia, ricostruita a posteriori, perché quest?uomo e questa donna hanno condiviso un sentimento profondissimo e non se lo sono mai detto, fatto di scontri e provocazioni, di complicità fugaci e lunghe notti passate in giro per Lisbona a ridere e chiacchierare fino all?alba. Un?amicizia che sembra prendere forma compiuta soltanto ora che è irrimediabilmente finita, ora che lei è morta per una gravidanza che ha voluto portare avanti, nonostante conoscesse i rischi a cui sarebbe andata incontro. I due si parlano, dunque, ma non possono sentirsi. Lui non può nemmeno vederla e la ricompone ricordandone i dettagli, condividendo mentalmente con lei ogni suo momento. Lei invece lo osserva, ma non può leggerne i pensieri. Ne studia i gesti, testimone afona della struggente nostalgia che lo attanaglia, incapace com?è di staccarsi da una vita che ha attraversato con la foga di chi ama senza riserve. Inês Pedrosa racconta non soltanto i punti di vista di un uomo e di una donna, ma anche di due generazioni (lui ha venticinque anni in più di lei), senza mai cadere in facili dicotomie o prevedibili cliché, con una rara facoltà di penetrare vertiginosamente nei meandri segreti del cuore umano. Mi manchi parla delle occasioni mancate, degli equivoci, dei malintesi, della difficoltà di comunicare in modo autentico con chi amiamo, ma anche di quanto possa essere bello convivere col desiderio, inventandogli fantasiose forme d?espressione, e della tragica imperfezione della vita che la letteratura cerca di emendare continuando a raccontarla.
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Non sono due amanti, non lo sono mai stati. Non conosciamo il loro vero nome, ma sappiamo il soprannome che lui ha dato a lei: Campanellino, come la fatina di Peter Pan, dispettosa e insolente ma pronta a dare la vita per il suo amico. Mi manchi è, infatti, la storia di un?amicizia, ricostruita a posteriori, perché quest?uomo e questa donna hanno condiviso un sentimento profondissimo e non se lo sono mai detto, fatto di scontri e provocazioni, di complicità fugaci e lunghe notti passate in giro per Lisbona a ridere e chiacchierare fino all?alba. Un?amicizia che sembra prendere forma compiuta soltanto ora che è irrimediabilmente finita, ora che lei è morta per una gravidanza che ha voluto portare avanti, nonostante conoscesse i rischi a cui sarebbe andata incontro. I due si parlano, dunque, ma non possono sentirsi. Lui non può nemmeno vederla e la ricompone ricordandone i dettagli, condividendo mentalmente con lei ogni suo momento. Lei invece lo osserva, ma non può leggerne i pensieri. Ne studia i gesti, testimone afona della struggente nostalgia che lo attanaglia, incapace com?è di staccarsi da una vita che ha attraversato con la foga di chi ama senza riserve. Inês Pedrosa racconta non soltanto i punti di vista di un uomo e di una donna, ma anche di due generazioni (lui ha venticinque anni in più di lei), senza mai cadere in facili dicotomie o prevedibili cliché, con una rara facoltà di penetrare vertiginosamente nei meandri segreti del cuore umano. Mi manchi parla delle occasioni mancate, degli equivoci, dei malintesi, della difficoltà di comunicare in modo autentico con chi amiamo, ma anche di quanto possa essere bello convivere col desiderio, inventandogli fantasiose forme d?espressione, e della tragica imperfezione della vita che la letteratura cerca di emendare continuando a raccontarla.
Inês Pedrosa
Inês Pedrosa
2009
Scatti
255