Tre racconti inediti sulla nostalgia, l?egoismo e l?illusione di vivere. Il racconto Un amore in pericolo fu pubblicato il 22 febbraio del 1936 su ?le Figaro littéraire?. Irène Némirovsky mise in scena il rammarico delle cose perdute, i momenti felici che sempre, e per sempre, svaniscono. Per Sylvie, in punto di morte, il senso della perdita si tinge d?una interrogazione morale: dove vola il pensiero nell?ora fatale, incerto tra il pentimento e il rimpianto? All?ansietà dolorosa di un lungo amore o alla breve convulsione di un momento di piacere? Il suo dilemma servirà all?autrice tre anni più tardi per l?ossatura del romanzo Due (1939). Un delicato studio filosofico sulle età della vita è invece lo spartito del secondo racconto, Un giorno d?estate, in cui Irène Némirovsky abbatte uno scandaglio sull?adagio solipsistico che accompagna e scocca le ore delle vite umane (?Ciascuno vede solo se stesso?), ma devia poi su un piano chimico, biologico, ineluttabile: l?indifferenza universale della natura, l?incessante mormorio dell?esistenza, ?Io, io, io?. Quello stesso egoismo che sembra ispirare la madre del giovane assassino e il procuratore incaricato di condurne il processo, protagonisti dell?ultimo racconto, L?inizio e la fine, apparso sul settimanale ?Gringoire? il 20 dicembre del 1935. Quell?egoismo che nella prima, per paura della morte, scatena una difesa insensata, e al secondo, col mero tramite di una fredda requisitoria, fornisce l?illusione di vivere.
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Tre racconti inediti sulla nostalgia, l?egoismo e l?illusione di vivere. Il racconto Un amore in pericolo fu pubblicato il 22 febbraio del 1936 su ?le Figaro littéraire?. Irène Némirovsky mise in scena il rammarico delle cose perdute, i momenti felici che sempre, e per sempre, svaniscono. Per Sylvie, in punto di morte, il senso della perdita si tinge d?una interrogazione morale: dove vola il pensiero nell?ora fatale, incerto tra il pentimento e il rimpianto? All?ansietà dolorosa di un lungo amore o alla breve convulsione di un momento di piacere? Il suo dilemma servirà all?autrice tre anni più tardi per l?ossatura del romanzo Due (1939). Un delicato studio filosofico sulle età della vita è invece lo spartito del secondo racconto, Un giorno d?estate, in cui Irène Némirovsky abbatte uno scandaglio sull?adagio solipsistico che accompagna e scocca le ore delle vite umane (?Ciascuno vede solo se stesso?), ma devia poi su un piano chimico, biologico, ineluttabile: l?indifferenza universale della natura, l?incessante mormorio dell?esistenza, ?Io, io, io?. Quello stesso egoismo che sembra ispirare la madre del giovane assassino e il procuratore incaricato di condurne il processo, protagonisti dell?ultimo racconto, L?inizio e la fine, apparso sul settimanale ?Gringoire? il 20 dicembre del 1935. Quell?egoismo che nella prima, per paura della morte, scatena una difesa insensata, e al secondo, col mero tramite di una fredda requisitoria, fornisce l?illusione di vivere.
Irène Némirovsky
Irène Némirovsky
2013
Lampi
92