Il martirio di San Sebastiano venne scritto tra il 1910 e il 1911, frutto dell’intenso fervore creativo scaturito dall’incontro di Gabriele d’Annunzio con Claude Debussy. Il martirio, però, non è soltanto la felice combinazione di due artisti di così eccezionale statura, ma anche la più importante affermazione del Vate come uomo di spettacolo e “metteur en scène?, in grado di plasmare il proprio virtuosismo lirico sulle esigenze di una scintillante “partitura verbale? (qui, fra l’altro, in una lingua estranea – il francese – padroneggiata con incredibile perizia), coniugandolo perfettamente non solo con le note di Debussy, ma anche con le “visioni? di uno scenografo-costumista della genialità di Bakst, la straordinaria creatività di un coreografo come Fokine e il magnetico carisma interpretativo di Ida Rubinstein. Spettacolo colossale, leggendario, accanitamente discusso, Il martirio, rappresentato il 22 maggio 1911 al Théatre du Chatelet (e poi ripreso, con minime varianti, all’Opera di Parigi nel 1922 e alla Scala di Milano nel 1926), concretizzò, anche grazie a un cast irripetibile, le più ardite e folgoranti intuizioni sceniche del poeta pescarese. L’opera viene qui presentata con il testo originale francese, seguito dalla traduzione italiana di Ettore Janni, approvata dall’autore, ed è arricchita da preziose illustrazioni, foto e bozzetti di scena, oltre che dalla prefazione di Riccardo Reim e da una nota di Jean Cocteau.
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Il martirio di San Sebastiano venne scritto tra il 1910 e il 1911, frutto dell’intenso fervore creativo scaturito dall’incontro di Gabriele d’Annunzio con Claude Debussy. Il martirio, però, non è soltanto la felice combinazione di due artisti di così eccezionale statura, ma anche la più importante affermazione del Vate come uomo di spettacolo e “metteur en scène?, in grado di plasmare il proprio virtuosismo lirico sulle esigenze di una scintillante “partitura verbale? (qui, fra l’altro, in una lingua estranea – il francese – padroneggiata con incredibile perizia), coniugandolo perfettamente non solo con le note di Debussy, ma anche con le “visioni? di uno scenografo-costumista della genialità di Bakst, la straordinaria creatività di un coreografo come Fokine e il magnetico carisma interpretativo di Ida Rubinstein. Spettacolo colossale, leggendario, accanitamente discusso, Il martirio, rappresentato il 22 maggio 1911 al Théatre du Chatelet (e poi ripreso, con minime varianti, all’Opera di Parigi nel 1922 e alla Scala di Milano nel 1926), concretizzò, anche grazie a un cast irripetibile, le più ardite e folgoranti intuizioni sceniche del poeta pescarese. L’opera viene qui presentata con il testo originale francese, seguito dalla traduzione italiana di Ettore Janni, approvata dall’autore, ed è arricchita da preziose illustrazioni, foto e bozzetti di scena, oltre che dalla prefazione di Riccardo Reim e da una nota di Jean Cocteau.
Gabriele D’Annunzio
Gabriele D'Annunzio
2013
Raggi
480