Pubblicato nel 1909, Tre vite fu concepito e scritto nel leggendario appartamento al 27 di Rue de Fleurus, intorno al quale già cominciava a orbitare il fecondo ambiente parigino di Picasso, Matisse, Duchamp, Picabia, e più tardi la lost generation statunitense di Hemingway e Fitzgerald. Questo romanzo d’esordio nacque con l’intenzione di oltrepassare il naturalismo delle lettere americane e di compiere – come affermò la Stein in Autobiografia di Alice Toklas – “il primo passo della letteratura nel nuovo secolo?. Ispirate da un quadro di Cézanne (il Ritratto di Madame Cézanne nella poltrona gialla), le tre storie di questo libro raccontano le vite di tre donne della working-class americana: Anna, ligia e operosissima domestica in casa della pingue Miss Mathilda; Melanctha, sempre in cerca di guai nella vita e nell’amore; e Lena, gentile, inerte e passiva in un mondo che decide per lei. A queste pagine la Stein affidò l’inizio di quella ricerca che avrebbe alimentato per tutta la vita: la formazione del soggetto e la sua materializzazione narrativa sulla pagina, la creazione di un nuovo modo di guardare al testo letterario (“Scrivo con gli occhi? dirà in un’intervista). Se anche più tradizionale rispetto ai futuri esperimenti (il celebre “Una rosa, è una rosa,è una rosa? farà la sua comparsa nel 1913), appare qui già in evidenza la rivoluzione stilistica degli anni successivi, il diagrammarsi lento e ripetitivo dei periodi, la reiterazione dei moduli narrativi e grammaticali, il dirottamento di una letteratura che avrà la sua ragion d’essere nel “senso della scrittura?. ?Un capolavoro di stile. Queste Tre vite sono soprattutto la scoperta di un linguaggio, di un ritmo fantastico, che tende a diventare esso stesso argomento del racconto, limite spirituale di una magica e immobile realtà quotidiana. Un primo esempio perfetto di quella che sarà una ricerca costante della narrativa americana del nuovo secolo: un mondo fantastico che sia la realtà stessa, colta nel suo farsi espressivo? Cesare Pavese
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Pubblicato nel 1909, Tre vite fu concepito e scritto nel leggendario appartamento al 27 di Rue de Fleurus, intorno al quale già cominciava a orbitare il fecondo ambiente parigino di Picasso, Matisse, Duchamp, Picabia, e più tardi la lost generation statunitense di Hemingway e Fitzgerald. Questo romanzo d’esordio nacque con l’intenzione di oltrepassare il naturalismo delle lettere americane e di compiere – come affermò la Stein in Autobiografia di Alice Toklas – “il primo passo della letteratura nel nuovo secolo?. Ispirate da un quadro di Cézanne (il Ritratto di Madame Cézanne nella poltrona gialla), le tre storie di questo libro raccontano le vite di tre donne della working-class americana: Anna, ligia e operosissima domestica in casa della pingue Miss Mathilda; Melanctha, sempre in cerca di guai nella vita e nell’amore; e Lena, gentile, inerte e passiva in un mondo che decide per lei. A queste pagine la Stein affidò l’inizio di quella ricerca che avrebbe alimentato per tutta la vita: la formazione del soggetto e la sua materializzazione narrativa sulla pagina, la creazione di un nuovo modo di guardare al testo letterario (“Scrivo con gli occhi? dirà in un’intervista). Se anche più tradizionale rispetto ai futuri esperimenti (il celebre “Una rosa, è una rosa,è una rosa? farà la sua comparsa nel 1913), appare qui già in evidenza la rivoluzione stilistica degli anni successivi, il diagrammarsi lento e ripetitivo dei periodi, la reiterazione dei moduli narrativi e grammaticali, il dirottamento di una letteratura che avrà la sua ragion d’essere nel “senso della scrittura?. ?Un capolavoro di stile. Queste Tre vite sono soprattutto la scoperta di un linguaggio, di un ritmo fantastico, che tende a diventare esso stesso argomento del racconto, limite spirituale di una magica e immobile realtà quotidiana. Un primo esempio perfetto di quella che sarà una ricerca costante della narrativa americana del nuovo secolo: un mondo fantastico che sia la realtà stessa, colta nel suo farsi espressivo? Cesare Pavese
Gertrude Stein
Gertrude Stein
2014
Raggi
249